Furbetti del cartellino, in 4 vogliono l’assoluzione piena

SULMONA – Non si accontentano dell’archiviazione per aver compiuto fatti di lieve entità (articolo 131 bis), ma vogliono quella con formula piena, cioè perché il fatto non sussiste, che apre poi le porte ad eventuali richieste risarcitorie. Protagonisti della vicenda sono 4 dei 39 dipendenti comunali, Antonella Di Placido, Giulio De Santis, Maurizia Di Massa e Ivana Sfronsone, per i quali oggi si è tenuta l’udienza davanti al gip Marco Billi per l’inchiesta della guardia di finanzia sui “furbetti del cartellino”.

Intanto, il verdetto per i 18 dipendenti di Palazzo San Francesco arriverà il prossimo 26 novembre, quando la Corte dei Conti terrà l’udienza finale del processo contabile. Il risarcimento totale ammonta a 275.584 euro che i 18 dipendenti dovranno versare nelle casse del Comune, di cui 215 mila per danno all’immagine, 50.00 per danno da disservizio, 10.584 per indebita retribuzione, oltre a interessi, rivalutazione e spese di giustizia. Con le memorie difensive i legali contestano proprio il danno all’erario e d’immagine. 

Chiuso, invece, il filone disciplinare con la notifica dei provvedimenti da parte dell’Upd del Comune: un licenziamento, sei sospensioni (da un massimo di sei mesi a un minimo di 8 giorni), 5 rimproveri verbali, una multa di 4 ore di retribuzione per altri otto dipendenti e 5 archiviazioni. Alcuni provvedimenti sono stati impugnati dai dipendenti perché, a loro dire, giudicati tardivi. Resta in piedi il filone penale dell’inchiesta che ha fatto registrare, nei mesi scorsi, la prima condanna, ovvero il patteggiamento di Luminita Josub, dipendente di una cooperativa di servizi che, in accordo con il pubblico ministero, aveva infatti chiesto e ottenuto dal giudice per le udienze preliminari Giuseppe Ferruccio, di poter patteggiare la pena di sei mesi e 20 giorni e 240 euro di multa. Un provvedimento che non sarà appellato. In sei dovranno affrontare il processo, mentre per due di loro, Marino Cagnone e Roberto Fonte, è arrivata la sentenza di non luogo a procedere. 

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